ASSOCIAZIONI IMPREVEDIBILI. IL CINEMA DI WALERIAN BOROWCZYK
A cura di Alberto Pezzotta. 2009 Ed. Lindau
Capitolo: Diseguale  metodicamente di Marina Pierro

Walerian Borowczyk (1923­-2006), polacco, è stato uno degli autori di film d'animazione più originali degli anni '50 e '60. Di formazione pittore, grafico e fotografo, esordisce a fianco di Jan Lenica nel 1957, e realizza cortometraggi che rivoluzionano il mondo del disegno animato al pari di quelli di Norman McLaren. Dal 1959 lavora in Francia, realizzando capolavori in stop motion (Renaissance, 1963) e lungometraggi (Théâtre de Monsieur & Madame Kabal, 1967) che suscitano l'entusiasmo di "Positif" e dei "Cahiers du cinéma". Nel 1968, con Goto l'île d'amour, passa definitivamente al cinema con attori. Nel decennio successivo diventa noto al grande pubblico con film erotici come Contes immoraux (1974) e La Bête (1975). Molti sono sconcertati dal cambio di registro. Ma non c'è alcuna frattura, se si esplora il lato più segreto della creazione di questo artista, che per tutta la vita ha continuato a disegnare, dipingere e fabbricare oggetti surrealisti, riflettendo - non senza un sottile umorismo - sui meccanismi del desiderio. Cérémonie d'amour (1988) conclude coerentemente un'opera dove l'amore per l'immagine si rovescia in iconoclastia, e il culto della bellezza tradisce un senso di perdita. Questo libro fa luce sull'opera multiforme di un autore all'epoca acclamato anche dalla critica italiana (da Alberto Moravia, tra i tanti), e poi frettolosamente dimenticato, quando l'eros diventava merce di massa fintamente liberata.




BOROWCZYK CINEASTE ONIRIQUE. Préface de André Pieyre de Mandiargues. Le cas étrange du Dr Jekyll et Miss Osbourne
Collection La Vue. Editions Walter/Albatros. Paris 1981
Illustrazioni in bianco e nero e colori.

«... À André Breton, qui après William Blake, Swinburne et quelques autres poètes l’avait aperçue et n’en avait pas perdu le souvenir, je me permets d’offrir un film digne d’être traité de surréaliste: Le Cas étrange du Dr Jekyll et de Miss Osbourne.»  André Pieyre de Mandiargues.




IL LUNGO RESPIRO DI BRUNELLO RONDI
a cura di Stefania Parigi e Alberto Pezzotta. Ed. Sabinae

Il “lungo respiro” è la metafora usata da Fellini per descrivere la straordinaria versatilità di Brunello Rondi (1924-1989), un autore che si è cimentato nei più diversi campi artistici e intellettuali: la poesia, la filosofia, la musicologia, il teatro e in particolare il cinema, vissuto in veste di sceneggiatore, regista, teorico e critico.
Questo libro intende ripercorrere tutti gli itinerari, anche i più segreti, delle molteplici passioni di Rondi, che spesso si intrecciano  e si motivano a vicenda. Il tentativo è quello di comporre un ritratto inedito e, per i più, sconosciuto di una personalità che ha attraversato la storia della cultura italiana del secondo Novecento con uno sguardo inquieto e vertiginoso, aperto ai più vivaci stimoli delle sperimentazioni artistiche europee e internazionali: dai saggi pioneristici su Bartók alle collaborazioni cinematografiche con Fellini, Rossellini e Pasolini.
Saggi di Roberto Curti, Pierpaolo De Sanctis, Alessio Di Rocco, Enrico Duranti, Sergio Grmek Germani, Tullio Masoni, Emiliano Morreale, Stefania Parigi, Paola Pedrazzini, Alberto Pezzotta, Davide Pulici.
Testimonianze di Giorgio Albertazzi, Barbara Bouchet, Lino Capolicchio, Roberto Leoni, Luciano Martino, Adriano Ossicini, Marina Pierro, Umberto Rondi.




NUBI ARDENTI
di Marina Pierro. Cupressus Ed. 2009

Il volume presenta una selezione di poesie inedite composte da Marina Pierro nell’arco di tempo che va dal 1976 al 2009. Alcune delle poesie recenti sono la tela di fondo di un percorso visionario nella parola scritta, trasposte in immagini nel cortometraggio “In Versi” del 2008, di cui è interprete e regista.





WALERIAN BOROWCZYK
Collection Les Animés. 2009

Complexe et multiforme, plastique, graphique, picturale, cinématographique, littéraire, l’œuvre de Walerian Borowczyk (1923-2006) fait ici pour la première fois l’objet d’une étude approfondie. Basée à la fois sur l’importante collection Borowczyk du Musée-Château d’Annecy (unique au monde) et sur la volonté de décloisonner et de faire dialoguer ses périodes polonaises (1845-1958) et française (1959-2006), la proposition s’organise autour d’un texte de Pascal Vimenet qui démontre la fécondité active de l’oeuvre de "Boro" auquel André Breton avait accolé le magnifique blason d’"imagination fulgurante" et que Robert Benayoun avait comparé à celles de Ionesca et de Beckett.



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